Mentre gli ordini Dorico e Ionico sono sostanzialmente contemporanei nello sviluppo e diffusione, l'Ordine Corinzio risale al secolo successivo, circa V sec. a.C. e la sua massima diffusione si avrà in età Ellenistica cioè primi decenni del IV sec. a.C.
L'aggettivo Corinzio deriva dalla città di Corìnto, una della poleìs più importanti e potenti del Peloponneso, in quanto proprio da questa città l'ordine nasce e si sviluppa.
La base della colonna riprende quella ionica ma a volte può essere rialzata grazie ad un plìnto (dal greco plinthìos mattone quadrato), cioè un parallelepipedo di pietra.
Il fusto è percorso da 24 scanalature a spigolo smussato, quindi uguali per numero e forma a quelle della colonna ionica.
Il capitello è la parte che caratterizza l'Ordine Corinzio, esso è formato da un tronco conico attorno al quale si dispone una duplice serie di foglie d'acanto stilizzate.
La trabeazione, la cornice e i timpani sono del tutto simili, sia per forma che per proporzioni, a quelli Ionici.
Nel complesso l'Ordine Corinzio risulta essere il più raffinato e snello degli ordini architettonici greci. La colonna infatti misura 10 moduli e questo rende la colonna al limite della "gracilità". Vitruvio scrive infatti che "il terzo stile definito Corinzio, imita la bellezza della figura delle fanciulle, che per la loro tenera età hanno membra così sottili da prestarsi ad aggraziati effetti ornamentali".
Per questo l'Ordine corinzio è stato quello meno usato, in quanto considerato dai greci poco adatto alla costruzione di grandi templi ed opere pubbliche.
particolare delle parti che compongono l'Ordine Corinzio
"C'è una tradizione sull'origine del capitello corinzio. Una fanciulla di Corinto, ormai in età da marito, morì per una malattia. Dopo il funerale, la sua nutrice raccolse tutti quegli oggetti (ninnoli e giocattoli), che le erano stati cari, in un canestro che depose sopra la tomba, coprendolo con una tegola, affinché quei ninnoli durassero più a lungo lì all'aperto. Il canestro fu casualmente appoggiato sopra una radice di acanto. Questa, schiacciata sotto il suo peso, all'inizio di primavera produsse foglie e viticci che, crescendo lungo i fianchi del canestro, furono costretti dagli angoli sporgenti della tegola a piegare la parte più alta delle loro fronde in forma di voluta. Callimaco, passando nei pressi della tomba, notò quel canestro circondato da tenere fronde. Fu attratto dall'originalità di quella composizione e pensò di riprodurla sui capitelli delle colonne a Corinto, determinandone le proporzioni. Così nacque il capitello corinzio".
(Vitruvio "Sull'architettura IV")
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