martedì 18 aprile 2017

32 - L'Arte in Italia. Gli Etruschi.

Col nome di popoli dell'Italia antica o, comunemente popolazioni italiche s'intendono le comunità che abitarono la penisola italiana prima dell'ascesa di Roma.
A causa della forte influenza che gli etruschi ebbero su tutti gli antichi popoli italici, spesso si parla di "civiltà etrusco-italica". 

La posizione geografica dell'Italia, distesa nel mar Mediterraneo, ne favorisce i rapporti con le regioni circostanti e contemporaneamente la sua natura prevalentemente montuosa tende a separare e isolare le popolazioni nelle varie regioni geografiche.

popolazioni italiche

I reperti relativi a queste prime civiltà italiche ci indicano che erano pastori e agricoltori, ma in assenza di testimonianze architettoniche ci dicono poco della loro spiritualità e organizzazione sociale, si suppone avessero riti che prevedevano la cremazione, le urne avevano semplici incisioni impresse nell’argilla fresca.




Tra il IX e il VII sec. a.C. si afferma un nuovo e importante popolo nella penisola italiana: gli Etruschi.
La loro civiltà raffinata, è l'unica a poter essere paragonata alle grandi civiltà del vicino oriente per grado di sviluppo artistico e per l'organizzazione della vita sociale ed economica.


Cartina dei territori abitati dagli Etruschi tra 800 a.C. e 500 a.C. 
espansioni con indicate le città Etrusche 
                      primo nucleo etrusco VIII sec. a.C.
                      espansione del VII sec. a.C.
                      massima espansione V sec. a.C.

Poco si sa delle origini di questo popolo, ne cominciamo ad avere notizie tra il VII e il V sec. a.C. quando, nel periodo della loro massima espansione, devono confrontarsi a nord con i Celti e soprattutto a sud con i coloni greci che sconfiggono gli etruschi prima nella battaglia di Arìcia e poi a Cuma, respingendoli dal Lazio e dalla Campania.
Rientrati nei primitivi confini tra Arno e Tevere, vengono incalzati dalla nascente potenza di Roma che espugna prima Veio e poi sconfiggono definitivamente gli Etruschi ad Arezzo nel 295 a.C.
Nel 265 a.C. l'Etruria è definitivamente sottomessa.
Tra le due popolazione si avvia un lento e continuo processo di integrazione fino all'89 a.C. quando gli Etruschi saranno considerati a tutti gli effetti cittadini romani.


ARTE E RELIGIONE ETRUSCA
L'uomo greco abbiamo visto essere in età classica consapevole delle sue forze e capace di costruire la propria vita, l'uomo etrusco sembra invece sembra subire un destino ignoto e si sente costretto ad assecondare il volere degli Dei, interpretandone i segni e cercando di ottenere la sua benevolenza.
Hanno una visione cupa della morte, considerano gli Dei ostili e non hanno con loro il rapporto confidenziale che avevano i Greci.
Una tomba decorosa, corredata di utensili e offerte pensavano li preservasse da punizioni eterne.
La religione era il tramite per interpretare la volontà divina e compiacerli, di conseguenza la classe dei sacerdoti era potente e stimata, e si riteneva sapessero comprendere i segni degli Dei attraverso l'osservazione dei fulmini, del volo degli uccelli, della traiettoria del fumo di incenso e soprattutto le viscere degli animali.


LA CITTA'
primi villaggi     ---->  capanne in legno, argilla e paglia
                                  a pianta quadrata, rettangolare o ovale con tetti a due spioventi
                                  collocazione mai casuale ma dovuta a scelte di carattere economico 
                                  o strategico
dal VI sec. a.C. ---->  gli insediamenti sorgono solo dopo che i sacerdoti hanno avuto 
                                  l'assenso divino, vengono tracciati i due assi principali, perpendicolari 
                                  tra loro, con un aratro e poi il perimetro solitamente quadrangolare
                                  le insule che si ottengono vengono poi edificate con grandi case di 
                                  mattoni, anche plurifamiliari 

ricostruzione planimetrica della città etrusca nel comune di Marzabotto fine VI sec. a.C.

Le città etrusche sono circondate da mura che, insieme ai basamenti dei templi, sono gli unici esempi di architettura in pietra, pietra calcarea e tufo, i materiali tipici dell'Etruria.



L'ingresso alla città avviene tramite porte, solitamente quattro, realizzate con strutture ad arco.
Volterra, Porta  all'Arco, III-II sec a.C.


L'abitazione etrusca, nasce dall'evoluzione della capanna, gradualmente il legno, il fango e la paglia vengono sostituiti da muratura e laterizio.

1 - fauces (ingresso)
2 - tabernae (botteghe artigiane)
3 - atrium (spazio aperto e distributivo al centro della casa)
4 - impluvium (vasca all'interno dell'atrio per raccogliere acqua piovana)
5 - tablinium (locale principale situato in fondo all'atrio)
6 - hortus (orto, giardino)
7 - triclinium (sala da pranzo)
8 - alae (ambienti laterali)
9 - cubiculum (camera)



IL TEMPIO
Scarsi sono i resti di templi etruschi, perché erano utilizzati materiali deperibili.  

Orvieto, Tempio Etrusco del Belvedere


ricostruzione del Tempio Etrusco


L'ARCHITETTURA FUNERARIA 
Il rapporto di sudditanza nel quale gli Etruschi si pongono rispetto alle divinità li spinge a privilegiare l'architettura funeraria.
La tomba assume le caratteristiche che aveva la casa e contiene cibi, bevande, utensili, arredi. Poiché la tomba è buia doveva essere vivacemente decorata.
le tombe erano riunite in necropoli, vere e proprie città dei morti, poste fuori dalla cinta muraria della città dei vivi.

Tre erano le principali tipologie costruttive:
- costruzioni ipogèe 
  completamente sotterranee, semisotterranee, oppure scavate nella roccia anche 
  riutilizzando grotte naturali o ricavate nei ciglioni delle rupi
Necropoli di Buca delle Fate



- costruzioni a tumulo
  generalmente costituite da una struttura circolare chiamata tamburo (zoccolo) costruita in 
  blocchi di pietra, squadrata e murata a secco, sormontata da una "cupola" in lastre di
  pietra disposte in cerchi concentrici con diametro decrescente
Cerveteri, necropoli della Banditaccia, tomba a Tumulo

Populonia, Necropoli di S. Cerbone, Tomba dei Carri



- costruzioni a edicola
  casette rettangolari in pietra con tetto a due falde, ad ambiente unico e 
  generalmente costruite all'aperto, queste tipologie di tombe rappresentano una rarità 
Populonia, Necropoli di S. Cerbone, Tomba del bronzetto dell'Offerente



LA PITTURA FUNERARIA
Essendo andata quasi completamente distrutta la pittura greca, quella etrusca costituisce la prima e più importante testimonianza dell'arte figurativa occidentale d'epoca preromana.
La maggior parte delle pitture murali provengono dalla necropoli di Tarquinia.
Sono databili tra VI e V sec. a.C. e rappresentano soprattutto scene di funerali, accompagnati da banchetti, danze, canti e giochi. La tecnica è quella dell'affresco, la pittura è piatta e uniforme infatti solo dopo la metà del IV secolo verrà introdotto una sorta di chiaroscuro calibrando l'intensità delle pennellate. La figura umana segue schemi precisi e caratterizzata da una grande libertà nella rappresentazione del movimento e delle proporzioni.


Tarquinia, Tomba delle Leonesse 530-520 a.C.

Altra forma di pittura degli etruschi era la pittura vascolare diffusa già dall'VIII sec a.C.
Diversi sono gli stili in base al tipo di ceramica utilizzata e alle tecniche. Innegabili le affinità con la coeva ceramica greca.

cratere a calice con scena mitologica da Vulci, 330-300 a.C. 
Parigi, Biblioteca Nazionale

particolare
Charun che attende la morte per trascinare il defunto nell'aldilà


LA SCULTURA
Non diversamente dalle altre forma d'arte, anche la scultura è considerata dagli Etruschi, funzionale ad esigenze di carattere religioso e funerario. Risente dell'influsso greco, ma solo esteriormente in quanto molto diversa nell'espressione della naturalezza e dell'equilibrio classico greco.
I canòpi sono i più antichi esempi di scultura a tuttotondo (VII-VI sec. a.C.), vasi destinati a contenere le ceneri dei defunti. Hanno forma antropomorfa, possono essere in terracotta o bronzo, i volti hanno lineamenti fortemente stilizzati, zigomi larghi, labbra serrate e capelli "a caschetto".

canòpo di Cetona (Siena), prima metà del VII sec. a.C.
terracotta, altezza 60 cm.
Firenze, Museo Archeologico Nazionale

canòpo su tronetto, prima metà del VI sec. a.C.
terracotta, altezza 60 cm.
Chiusi, Museo Archeologico

A partire dal VI secolo assume grande importanza la realizzazione di sarcofaghi. Scolpiti in pietra o terracotta, sono composti di una parte inferiore cava decorata a bassorilievo  e una superiore con funzione di coperchio.
Il coperchio è una realizzazione completamente originale, tipica etrusca, imita un letto sul quale il defunto è rappresentato in posizione semisdraiata, quasi stesse partecipando ad un banchetto.
In molti sarcofaghi accanto al defunto viene rappresentata la moglie.
Le espressioni dei volti e la postura hanno schemi tradizionali anche se si nota un maggiore affinamento della tecnica del ritratto.

Sarcofago degli Sposi, 520 a.c. ca
terracotta lunghezza 220 cm.
da Cerveteri ora a Roma, Museo Nazionale di Valle Giulia


Alla statuaria funeraria si aggiunge quella di carattere religioso e votivo.
Di seguito i tre maggiori esempi di scultura bronzea etrusca.
Lupa Capitolina, V sec. a.C. 
bronzo, lunghezza cm. 114
Roma, Museo dei Conservatori



Chimera, fine V- inizi IV sec. a.C.
bronzo, lunghezza cm. 129
da Arezzo ora a Firenze, Museo Archeologico Nazionale



Arringatore, fine II-inizi I sec. a.C.
bronzo altezza cm. 170
dall'area perugina ora a Firenze, Museo Archeologico Nazionale











martedì 4 aprile 2017

31 - La Dinastia Macedone e l'arte Ellenistica


Con le conquiste in Oriente e Africa settentrionale, Alessandro Magno aveva creato un grande regno che si frantumò alla sua morte (323 a.C.) dando origine ai regni ellenistici retti dai suoi generali fino alla battaglia di Anzio nel 31 a.C. quando i romani sconfissero Cleopatra, conquistarono l'Egitto e posero fine all'ultimo regno ellenistico.

Per ellenismo si intende l'ellenizzazione di tutti i territori conquistati 
Il vincitore greco porta la sua cultura, soprattutto la lingua e l'arte ma dal vinto abbraccia altri valori. Questa integrazione tra culture diverse da vita ad un nuovo linguaggio artistico, koinè e se nell'età delle poleis il monumento celebrava l'intera città e tutti i cittadini, in età ellenistica sarà la celebrazione del singolo, cioè dei committenti, regnanti o ricchi potenti.

L'arte sarà spettacolare nelle sue soluzioni ed effetti, perché dovevano rappresentare il potere dei monarchi assoluti e sarà a loro che si rivolgerà l'artista per esprimere le sue qualità.

L'artista che nel tardo classicismo aveva espresso una dimensione individualistica si rivolge all'arte classica, la reinterpreta e la utilizza liberamente
- ordini architettonici arricchiti con motivi vegetali nei capitelli e nei fregi
- la colonna diventa semicolonna
- il pilastro diventa lesena
- la funzione portante viene acquisita dal muro
- il realismo esprime il mondo per quello che è, anche nella espressione delle emozioni 
  umane ( sofferenza, ilarità ...)

Con la supremazia macedone alla fine del IV sec a.C. le poleis persero autonomia e indipendenza e con lo sviluppo del commercio e nuovi mercati acquisirono importanza le città commerciali.
I territori si suddivisero in regni governati da prìncipi.
L'arte divenne espressione del potere del monarca.
L'arte era espressione di una élite che la concepiva come prodotto di lusso e si sviluppò la produzione di oggetti e suppellettili preziose riproducibili serialmente.

L'artigianato segnò vette altissime nella produzione di terrecotte, vetro, tessuti, papiro e pergamena.
Il centro culturale dell'ellenismo fu Alessandria d'Egitto, dove nacquero nuove discipline in campi specializzati (medicina, filologia, matematica, astronomia, scienze naturali), mentre Atene mantenne il ruolo di centro della ricerca filosofica, con spiccata attenzione agli aspetti legati alla vita interiore ed alla psicologia.
Questo si rifletté anche nella produzione artistica, dove si riscontrarono nuovi orientamenti: dall'osservazione scientifica nacque un minuzioso "verismo", dall'attenzione al lato privato della vita umana nacquero le raffigurazioni psicologiche e espressive, come l'espressione del dolore.

Convenzionalmente si tende a distinguere l'arte ellenistica in tre distinti periodi 
primo ellenismo  (323-240 a.C.) ----> aspetti tardo-classici 
medio ellenismo (240-150 a.C.) ----> grandiosità, ricerca dell'effetto scenografico
tardo ellenismo  (150-   31 a.C.) ---> ricerca e ritorno al classicismo 

La città trasformò il suo aspetto
- le agorài con i loro edifici pubblici diventano monumentali, acquistano maggiore 
  importanza e dimensione a seguito dei crescenti scambi commerciali
- la città si organizza su un reticolo ortogonale, schema ippodameo, le dimensioni dei lotti 
  sono diverse a seconda dell'etnia e del censo di chi li abita
- i palazzi reali assumono aspetto monumentale e sono arricchiti da giardini e giochi 
  d'acqua
- mura possenti racchiudono la città e su queste si aprono porte rappresentative
- l'acropoli diventa l'immagine del potere del monarca, il tempio è inserito in un insieme 
  monumentale ed esaltato da prospettive scenografiche offerte dagli assi viari
- le abitazioni signorili si differenziano dalle altre e diventano più grandi e sontuose




PERGAMO
Pergamo è un'antica città dell'Asia Minore. La città ebbe una fioritura in età ellenistica, quando divenne capitale dell'omonimo regno, raggiungendo il massimo splendore sotto la dinastia illuminata degli Attalidi (283-133 a.C.). La città divenne un importantissimo centro artistico, considerata una seconda Atene Ellenistica.  In seguito divenne parte dell'Impero romano. 
Regno di Pergamo nel 188 a.C.


Ricostruzione della città di Pergamo in Età Ellenistica


Vista dell'Acropoli di Pergamo



A Berlino è conservata la parte anteriore dell'Altare di Pergamo che era stato costruito nel 166 a.C. sui terrazzamenti dell'Acropoli
Altare di Zeus e Athena a Pergamo, 166-156 a.C.
ricomposto nel Pergamonmuseum a Berlino


Pianta dell'Altare di Pergamo


LA SCULTURA IN ETA' ELLENISTICA
- come tutte le altra arti si contamina con i linguaggi dei territori conquistati
- espressione non più della città ma delle corti
- straordinaria competenza tecnica
- effetti illusionistici e forti emozioni
- ricerca di grandiosità e monumentalismo
i caratteri sono
- senso del movimento
- virtuosismo nelle dimensioni e nella cura dei particolari (panneggio9
- grandi proporzioni e realizzazioni di gruppi scultorei
- realismo nelle espressioni emotive e psicologiche
- iniziò l'arte del ritratto, fino ad allora bloccato dal divieto di collocare immagini private e dal 
  fatto che prima la committenza era pubblica





Galata morente, autore Epigono
copia romana da originale in bronzo del 230-220 a.C.
Roma , Musei Capitolini



Galata suicida con la moglie, autore Epigono
copia romana da originale in bronzo del 230-220 a.C.
Roma, palazzo Altemps


ricostruzione ideale del gruppo dei Galati



Laocoonte e i suoi due figli lottano con i serpenti, seconda metà I sec a.C.
scuola di Rodi
Roma , Musei Vaticani


Nike di Samotracia, 190 a.C.
marmo dell'isola di Rodi
Parigi, Museo del Louvre


LA PITTURA
Non ci è pervenuta alcuna creazione originale delle opere su tavola, e per questo ci si attiene a copie posteriori ad affresco o mosaico.
La prospettiva è una scienza che ha regole precise fondate sulla geometria e verrà scoperta e teorizzata solo in epoca rinascimentale (XV sec), ma nei dipinti greci, e successivamente in quelli Romani, individuiamo ottimi tentativi di rendere lo spazio, la profondità, la terza dimensione.




Ratto di Persèfone, 340-320 a.C.
Salonicco, Museo Archeologico









La battaglia di Alessandro, III-II sec a.C.
mosaico, copia da originale del IV-III sec a.C.
Napoli, Museo Archeologico Nazionale